Do something greatDo something great

Partiamo da una semplice e doverosa premessa: a me non piace scrivere. La trovo un’attività tediosa, poco stimolante e quindi faticosa. Però amo comunicare, in particolare se l’argomento di discussione appartiene ad una delle numerose passioni che mi caratterizzano. Quando comunico trovo piacere nell’aiutare qualcuno in cerca di nozioni e, vicendevolmente, ad essere stuzzicato dalle parole altrui.

Per questo ho spesso risposto a domande di approfondimento di amici o parenti con lunghe e noiose email, apparentemente apprezzate per la loro completezza di informazioni. Ed altrettanto spesso, ho scocciato aziende, sviluppatori, blogger, ecc., con domande e commenti. Tutte queste parole sono però volate nel vento. Posso recuperare qualcosa tra le e-mail, ma non ho un vero e proprio archivio di quanto creato.

Inoltre sono testi relegati ad una fruizione privata e limitata. Lo scrivere per un pubblico, per quanto minuscolo, costringe invece ad un processo di miglioramento: una forma migliore, un contenuto più accurato, un’analisi più approfondita, ecc. Questo è in effetti il motivo numero uno che giustifica l’esistenza di questo spazietto personale. Il costringermi ad approfondire i temi che amo in modo da poterli presentare con correttezza e completezza, ed al tempo stesso generare interesse.

Quando leggo autori come Federico Viticci di MacStories, Ray di DC Rainmaker, Lucio Bragagnolo o Joe Friel invidio la loro capacità di sviscerare un argomento in profondità, con spiccata intelligenza ed originalità. Tutto ciò mi spaventa e mi limita, non solo perché non possiedo quelle doti, ma anche perché non ambisco a produrre materiale in quel modo. Quindi perché insistere su questa strada? Perché nel mio piccolo credo comunque di poter offrire qualcosa (poco) a qualcuno (pochi). E, soprattutto, di trovare stimolo e piacere nel farlo.

Questo stimolo contrasta una certa monotonia, o noia, che recentemente sta caratterizzando la mia attività lavorativa. Unito all’arrivo dei nostri due figli, ha suscitato in me una spinta a tendere verso la costruzione di qualcosa di nuovo, e non limitarmi alla fruizione di creazioni altrui. Si potrebbe parlare di creatività, se non fosse che questo termine allude ad un mondo, ad un immaginario, che certamente non schifo, ma che non mi appartiene. Da ingegnere quale sono, più per forma mentis che per titolo di studio, preferisco parlare di costruire piuttosto che di creare. Il titolare dell’azienda per cui lavoravo mi lasciò un importante insegnamento: tutti noi abbandoneremo questo mondo con un bilancio alle spalle: le voci positive sono i contributi che abbiamo dato per migliorare e costruire qualcosa, le voci negative sono ciò che noi sfruttiamo a nostro proprio vantaggio. La sua raccomandazione era ovviamente di sforzarsi per tenere il bilancio in attivo.

Nella mia vita online, non posso certo affermare di essere in attivo, consumando ed usando a mio vantaggio terabyte di contenuti prodotti da altri: recensioni, guide, consigli, suggerimenti, foto, video, ecc. È quindi il momento di sforzarmi ad incrementare le voci positive sul mio bilancio, per cercare di ridurre l’ammontare del mio saldo in passivo.


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scrivere blog

Date
September 2, 2022